Come crescere e riposizionarsi attraverso le aggregazioni: la fase diagnostica

Riposizionarsi con la fase diagnostica

La veloce accelerazione dei processi di aggregazione tra imprese

Da un lato, la pandemia ha messo in ginocchio tante realtà, che oggi da sole non hanno più la robustezza necessaria per affrontare la prossima fase di rilancio. Dall’altro, le imprese che invece hanno reagito all’emergenza, sono pronte per valutare percorsi di crescita e sviluppo anche per linee esterne. Le risorse finanziarie messe a disposizione dal sistema bancario e dagli strumenti di finanza agevolata pongono un’ulteriore spinta alle dinamiche aggregative. In ogni caso, qualsiasi impresa che decida di riposizionarsi con la fase diagnostica ed intraprendere un percorso di crescita attraverso le aggregazioni, dovrebbe strutturare in modo organico tutte le attività necessarie, che raggruppiamo in tre fasi principali:

  1. Diagnostica: permette di comprendere i settori e i mercati di riferimento in cui l’impresa opera e misurare il potenziale di aggregazione presente all’interno degli stessi
  2. Progettuale: utile per l’impostazione delle linee guida della strategia e del piano di crescita, del riposizionamento e per definire gli obiettivi attesi dall’impresa
  3. Esecutiva: finalizzata alla realizzazione delle iniziative strategiche e a gestire la delicata fase di integrazione organizzativa post-closing

La fase diagnostica: cosa fare per capire se l’azienda può realizzare un percorso di aggregazione

Sia che l’azienda abbia già intrapreso questa strada o che stia pensando di intraprenderla in futuro, il successo di un percorso di aggregazioni dipende da quello che viene fatto “prima” dell’operazione. Un’attività fondamentale da realizzare precedentemente riguarda l’analisi competitiva del settore di riferimento dell’impresa, che si articolano in tre step:

  1. l’analisi dei dati chiave del settore di appartenenza: utile per comprenderne le dimensioni, la struttura ed equilibri economici, finanziari, patrimoniali delle imprese che vi operano
  2. l’analisi del mercato di riferimento: finalizzata a intercettarne i trend storici, le previsioni per il breve e medio periodo e le principali tendenze in atto
  3. l’analisi dell’impatto delle forze competitive presenti nel settore: necessaria per capire e valutare le principali opportunità a disposizione per la crescita e il riposizionamento competitivo dell’azienda

In alcuni casi che ho seguito personalmente, tale strategia è stata ritenuta più adatta per il raggiungimento degli obiettivi aziendali di crescita e recupero competitivo. In altri casi, la fase diagnostica ha fornito all’azienda spunti completamente diversi per la formulazione e l’esecuzione delle strategie aziendali, tra i quali ad esempio: integrazione, diversificazione, abbandono del settore, rifocalizzazione del core business, ecc.

 Ti svelo un segreto: ignorare le informazioni raccolte dall’analisi del settore o trascurare tale attività, può indurre ad impostare strategie sbagliate

Prima di passare alla fase progettuale, ti chiedo di ragionare su queste domande:

la tua azienda realizza con regolarità e metodo un’analisi del mercato e del settore in cui opera?

possiedi strumenti adatti e informazioni complete per comprendere cosa sta succedendo nel tuo settore e come si stanno muovendo i tuoi competitors?

sei consapevole di quanto sia elevato il potenziale di aggregazione all’interno del tuo settore?



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