Come prendere decisioni in scenari incerti
Uno dei concetti più importanti da esaminare con cura e tenere bene a mente quando si tratta di prendere decisioni di fronte a scenari incerti è quello relativo alla valutazione del minimal data.
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Uno dei concetti più importanti da esaminare con cura e tenere bene a mente quando si tratta di prendere decisioni di fronte a scenari incerti è quello relativo alla valutazione del minimal data.
Cos’è il minimal data? Si può definire come l’unità informativa minima per prendere una decisione chiave.
In questa circostanza, la domanda cruciale da porsi è la seguente: di quanti dati ho bisogno, ovvero quante e quali informazioni ho la necessità di conoscere in anticipo per poter prendere una decisione che sia al tempo stesso informata e responsabile?
Premesso che la cosa peggiore è non decidere mai perché si ritiene di non avere mai abbastanza informazioni, uno dei problemi chiave che molti leader non riescono a superare è proprio questo. Ed è proprio il più frequente nelle situazioni di incertezza.
Di fronte a scenari incerti e situazioni che cambiano velocemente, diventa strategico allenare la capacità di prendere decisioni chiave affidandosi alla quantità minima di informazioni disponibili. Proprio quello che abbiamo chiamato minimal data. E ciò comporta, in alcuni casi, il dover uscire dalla propria zona di comfort.
La vera magia, infatti, avviene sempre al di fuori della nostra zona di comfort, che sebbene sia comoda e familiare, non è certamente d’aiuto nell’adattarsi al cambiamento.
E mentre la maggior parte dei manager e degli uomini di impresa si rifiutano di abbandonare la propria zona di comfort, i leader della trasformazione vogliono e perseguono questo cambiamento. Lo accolgono. Lo rendono reale. Perché ambiscono a creare un nuovo mondo e vorrebbero invitare tutti quanti a unirsi a loro nel nuovo futuro.
Sono consapevole che si tratta di un importante cambio di prospettiva che richiede indubbiamente uno scatto mentale. Senza quest’ultimo, infatti, non potrai mai affrontare il vero punto cruciale della trasformazione in scenari incerti e situazioni difficili.
Tu sai accettare di uscire dalla zona di comfort e prendere decisioni chiave con una quantità limitata di informazioni?
Che tipo di leader sei?
le 4 tipologie di leadership
Di fronte a momenti difficili e scenari incerti, il comportamento del leader è spesso la cartina tornasole della direzione verso cui l’azienda si muoverà nel prossimo futuro.
Se guidata da un “buon” leader, infatti, l’azienda non potrà che accogliere con favore il cambiamento e fare in modo di trarne importanti vantaggi competitivi.
Chi è dunque il “buon leader”?
Il buon leader è colui che vede e riconosce le possibilità di trasformazione e di crescita ancora prima degli altri ed è capace di spiegare perché è importante agire.
È colui che sa guardare al di là degli ostacoli che impediscono a un’organizzazione di trovare nuovi modi di funzionare. E questo comportamento consente innanzitutto di concretizzare le opportunità e le possibilità che esistono per l’azienda, e di conseguenza di ispirare a cascata azioni proattive e propositive.
Parlando allora di comportamenti e personalità da leader, possiamo distinguere 4 diverse tipologie dotate ovviamente di differenti caratteristiche.
Apertura al cambiamento di mentalità e comportamento in grado di ispirare e di accrescere la motivazione dei seguaci sono le caratteristiche dei cosiddetti “Leader aperti-motivatori”: sono leader straordinariamente rivoluzionari, capaci di creare proprie coalizioni di seguaci, movimenti che possono andare avanti anche senza di loro.
Coloro che invece hanno una buona predisposizione e apertura al cambiamento, ma non sono in grado di tenere un comportamento adeguato o non vogliono impegnarsi sotto il profilo della motivazione dei seguaci del proprio gruppo sono i “Leader aperti-solitari”.
Dalle caratteristiche opposte a quest’ultima tipologia è il “Leader-manager”: possiede buone doti gestionali e riesce a motivare e guidare il proprio team, ma non è aperto e pronto al cambiamento e quindi non è in grado di immaginare il futuro. Al contrario può addirittura opporre forte resistenza alla trasformazione.
Infine, l’ultima categoria è quella del “Leader scettico-preoccupato” che non nutre passione né propensione al cambiamento. E poiché è incapace di motivare il proprio team, o lo guida con autorità o non lo guida affatto.