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Le operazioni di ricerca di nuovi partner e investitori hanno avuto un’accelerazione negli ultimi anni, anche per le piccole e medie imprese. Questo è dovuto da un lato a nuovi strumenti messi a disposizione dal mondo istituzionale e finanziario, ma anche da una nuova crescente consapevolezza nella necessità di trovare nuovi investitori per la propria PMI.  Questo tipo di ricerca è un intervento trasversale rispetto a tutte le situazioni di difficoltà dell’impresa, anche se con sfumature diverse.
Con il termine insolvenza si intende: «La situazione in cui un soggetto economico, solitamente un’impresa, non è in grado di onorare regolarmente, con mezzi normali di pagamento, le obbligazioni assunte alle scadenze pattuite». È tanto facile riconoscere i segnali dell’insolvenza, quanto complesso trovare soluzioni per uscirne, questo perché nella maggior parte dei casi subentra il panico. Come risolvere l'insolvenza uscendo dal panico?
Se pensi che la tua azienda si trovi nella fase di declino, è possibile che ci siano questi segnali piuttosto evidenti, sia all’interno che all’esterno dell’impresa, e tipicamente sono i seguenti: mancanza di strategia, deterioramento della redditività, squilibri finanziari, personale in esubero, mancanza di visione e pianificazione. In altre parole, se l’azienda inizia ad avere perdite economiche significative, ad assorbire flussi di cassa e soprattutto, a non avere un’idea di come gestire queste criticità, allora è inevitabile parlare di “ristrutturazioni”.
Quando la negazione da parte del leader e l’inerzia strategica causano un ritardo di intervento, una situazione di stagnazione aziendale degenera in una situazione di prima difficoltà. L’imprenditore inizia quindi ad acquisire consapevolezza dello stato di rischio in cui versa la sua impresa e decide di chiamare uno specialista per affrontarlo. Per capire se è davvero questo il tuo caso, ci sono alcuni segnali tipici per riconoscere se l’impresa si trova in uno stadio di prima difficoltà.
Nel linguaggio economico, si definisce stagnazione la «condizione in cui produzione e reddito nazionale restano immobili, senza aumentare né diminuire. Se relativa a un periodo prolungato, individua una fase di progressiva contrazione della crescita economica». Lo stesso concetto si può applicare alle imprese. Nella mia esperienza ho visto tante aziende arrivate a una fase critica del loro ciclo di vita. E anche se il declino non era ancora iniziato, le prospettive risultavano fortemente incerte.
Si conclude con questo contributo il filone dedicato all’analisi di una serie di settori industriali tipicamente Business To Consumer, ovvero settori in cui i clienti sono rappresentati prevalentemente dai consumatori finali. Il terzo contributo di questo filone prende in esame il settore del commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, cercando di analizzare le performance economico-finanziarie conseguite negli ultimi anni dalle imprese che in tale settore operano e di comprendere quindi quali siano i principali trend in atto in merito alle strategie messe in campo dai vari players.
Si conclude con questo contributo il filone dedicato all’analisi di una serie di settori industriali tipicamente Business To Consumer, ovvero settori in cui i clienti sono rappresentati prevalentemente dai consumatori finali. Il terzo contributo di questo filone prende in esame il settore del commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, cercando di analizzare le performance economico-finanziarie conseguite negli ultimi anni dalle imprese che in tale settore operano e di comprendere quindi quali siano i principali trend in atto in merito alle strategie messe in campo dai vari players.
Prosegue con questo contributo il filone dedicato all’analisi di una serie di settori industriali tipicamente Business To Consumer, ovvero settori in cui i clienti sono rappresentati prevalentemente dai consumatori finali. Il presente contributo prende in esame il settore delle imprese telecom, cercando di analizzare le performance economico-finanziarie conseguite negli ultimi anni e di comprendere quindi quali siano i principali trend in atto, in merito alle strategie messe in campo dai vari player.
Per sopravvivere nell’era della competizione globale, le imprese hanno due strade possibili: una consiste nell’incrementare costantemente il volume d’affari, trovando nuovi mercati, clienti e business; l’altra è rivolta all’interno dell’impresa, alla riduzione dei costi e al recupero di efficienza e competitività. Con questo articolo si vuole proporre una metodologia per percorrere la seconda strada.
Il comparto industriale della lavorazione e trasformazione delle materie plastiche costituisce uno dei settori più importanti e capillari della nostra economia. Esso è caratterizzato, soprattutto in alcune nicchie, da un elevato livello tecnologico, nonostante ciò, hanno incominciato a subire la forte pressione concorrenziale delle economie emergenti. L’analisi comparativa delle performance del settore offre però gli spunti per individuare le adeguate scelte strategiche da seguire per difendere le posizioni di mercato raggiunte creando valore.
Le aziende costruttrici di macchine per imballaggi rappresentano un settore strategico del nostro paese. Negli ultimi anni esse hanno subito la forte concorrenza delle economie dell’Est e della Cina.Tramite il supporto di alcuni significativi dati di sintesi del comparto, si presenta una serie di indicazioni sulle prestazioni economico-finanziarie ed alcuni spunti sulle opportunità di crescita che il settore offre, rapportandole ai comportamenti strategici dei «best-in-class».